Imola. Dunque la città che fu di Andrea Costa si conferma "Imolagrad". L'ultima decisione è che tutte le federazioni del Pd dell'Emilia Romagna andranno a congresso in autunno meno quella di viale Zappi, ufficiosamente avrebbe ottenuto una deroga perché l'attuale sindaco Daniele Manca sarà candidato probabilmente come capolista alle elezioni nazionali del 2018 che potrebbero coincidere con le comunali se si deciderà di fare un "election day". Ma che razza di motivazione è? Di Manca si sapeva quasi da un anno e anzi sarebbe un motivo in più per fare il congresso ed eleggere un segretario per portare il partito alle prossime elezioni comunali nelle migliori condizioni. Altra causa sarebbe la Festa dell'Unità nazionale che si farà a Imola a settembre, ma è debolissima, il congresso si può tranquillamente posticipare a ottobre.
Ma c'è un "ma". A Imola, diversamente da tutta Italia e anche da città come Bologna e del circondario come Castel San Pietro, Castel Guelfo, Dozza e Borgo Tossignano, non si sono mai fatte le primarie di partito per il candidato sindaco nonostante nei giorni scorsi le abbiano chieste sia i sostenitori ex Ppi dell'area del Binocolo sia dirigenti renziani della prima ora come Pierpaolo Mega. Il segretario Marco Raccagna (renziano dell'ultimissima ora) invece, al massimo vuole le primarie di coalizione che sarebbero una specie di farsa se fatte con un solo candidato del Pd che ha oltre il 40% dei voti della possibile coalizione che vorrebbe passare al primo turno.
Dunque la decisione presa probabilmente del "principe" Manca, appoggiato da Raccagna che vuole restare nella sua poltrona di segretario per tentare di diventare candidato sindaco del centro-centro-sinistrina, non osteggiata da potenti del Pd nazionale è stata quella di chiedere una deroga per non fare il congresso al contrario di tutti gli altri senza discuterne nemmeno nella direzione Pd del circondario. E dire che i candidati a fare il segretario ci potrebbero essere: per i renziani il consigliere comunale Marco Panieri appoggiato pure da un "grande vecchio" come Nicodemo Montanari e per gli orlandiani il collega consigliere Pietro Taraborrelli. E visto che a volte fra i due litiganti il terzo gode, qualche ambizione ce l'ha pure il potente responsabile del tesseramento, il sempre attivissimo Davide Di Marco che viene dall'area cattolica. Ma, a meno di una rivolta dei molti che sono in fibrillazione ma ufficialmente per ora non parlano, niente congresso e tanti saluti alla democrazia nel Partito Democratico di Imola (PDI).
(Massimo Mongardi)