Approda a Imola il “
Festival di pubblica utilità”. L'appuntamento è per il 20 ottobre all'autodromo Enzo e Dino Ferrari. L'evento, avrà la durata di un giorno, e sarà il luogo dove far convergere e spingere al confronto i massimi player italiani nella creazione di valore pubblico.
Promosso dal
Comune di Imola e da
Con.Ami, il festival è organizzato da “
Comunica #imolaeasy” e dalla
Fondazione Symbola.
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Anteprima Festival
“Human Flow”, diretto da Ai Weiwei, sarà la prestigiosa anteprima del Festival di Pubblica Utilità. L'opera visionaria e spettacolare dedicata dal regista dissidente cinese al dramma dei migranti ha emozionato il pubblico del Festiva del Cinema di Venezia, sarà presentato giovedì 19 ottobre alle 20.45 al cinema Centrale di Imola.
Il rapporto ITALIAIl Festival prende spunto dal rapporto ITALIA (acronimo di Industria, Turismo, Agroalimentare, Localismo, Innovazione, Arte e cultura), giunto alla sua terza edizione, realizzato da Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Unioncamere (promosso con l'importante contributo di Enel), al fine di tracciare i confini del nuovo made in Italy. II report propone una foto di insieme del tanti talenti del nostro Paese. Anche quest'anno il rapporto è aperto da un'indagine condotta da Ipsos sull'immagine e la capacity di generare attrattive del Bel Paese in 19 Stati, inclusa l'Italia. L'analisi evidenzia come a livello globale il nostro Paese rimanga uno dei più apprezzati al mondo, capace di infondere un senso di appartenenza collettiva che cattura e avvicina le persone.
Sarà, quindi, Imola, dove 143 anni fa sorse la prima coop di produzione e lavoro, ad ospitare il 20 ottobre il "Festival di Pubblica utilità", che ha ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio. È il primo festival dedicato al valore pubblico. Si vuole inoculare nei cittadini, almeno questo è l'intento della Fondazione Symbola presieduta da Ermete Realacci, la piena consapevolezza di poterne essere protagonisti, non solo come fruitori di servizi, ma partecipando alla creazione del bene comune. Ad aprire questa pagina sulla competitività dei territori, sara la Fondazione Symbola affiancata dal Comune di Imola e da Comunica.
Il concetto di pubblica utilitàIl concetto di utilità pubblica nel terzo millennio non è più legato esclusivamente alla pubblica amministrazione, quanto piuttosto ad una pluralità di soggetti. Di Pubblica utilità è quindi un'impresa che cresce e produce valore insieme al territorio ed alle persone. Di Pubblica utilità è la partecipazione attiva dei cittadini, nella cultura, nel territorio e nella comunità. Di Pubblica utilità è l'attività del terzo settore che attraverso il volontariato, la mutualità e la produzione di beni e servizi persegue finalità di interesse generale. Di Pubblica utilità è un'amministrazione trasparente e collaborativa, che pensa e eroga servizi di alta qualità insieme alla comunità. Di Pubblica utilità è un festival che da voce a tutti coloro che costruiscono e che credono nel valore di ciò che è pubblico. Un momento d'incontro tra realtà diverse: dal macro al micro; dal pubblico al privato, dalle imprese alle no profit.
Tante tessere dello stesso mosaico: il valore pubblicoDal comune di
Essen che, grazie a un innovativo metodo di gestione idrica, ha depurato il bacino idrografico della città, fino ad allora uno dei più inquinati d'Europa1, ai cittadini napoletani che hanno raccolto oltre un milione e mezzo di euro per ricostruire la
Città della Scienza, alle grandi
public utilities italiane, impegnate a garantire a quasi 8 milioni di cittadini l'accesso a servizi essenziali come acqua, elettricità, trasporti, arrivando alla
Rai, chiamata oggi a ridefinire il proprio ruolo di servizio pubblico in relazione a nuove sfide, come, ad esempio, quella della digitalizzazione.
Ma anche imprese come la startup
Open Biomedical Initiative che attraverso un crowdfunding globale stampa protesi in 3d per i bambini mutilati da ordigni di guerra, con un costo infinitamente inferiore rispetto alle normali protesi meccaniche.
Il mondo dell'open source e del creative commonsIl mondo dell'open source e del creative commons - rappresentato in Italia, fra gli altri, da
Arduino - dove il contributo di ciascun utente si traduce in valore per tutti, creando opere “aperte” sempre migliorabili.
E ancora: storie di cooperative sociali, di consumo e utenza, di no profit e fondazioni, di istituzioni e imprese, di individui e comunità. Di soggetti che ripensano se stessi e il loro ruolo pubblico. Tutti, nessuno escluso.
Human flow: la schedaIl film racconta i rifugiati che cercano di entrare in Europa e il loro flusso – visto e documentato dal vero e con gli occhi dell'artista – si fa opera d' arte attraverso un viaggio tra i campi e le tendopoli dei migranti, costringendo lo spettatore a riflettere sul tema della dignità umana. Weiei raccoglie e porta sullo schermo le testimonianze drammatiche dei protagonisti, ma nel film non mancano momenti di leggerezza e qualche tocco vicino alla commedia. Per girarlo, il regista è stato in 23 paesi, incontrando migranti da tutto il mondo e seguendoli attraverso strade, confini, mari, in un ambizioso documentario di 140 minuti. L'identità delle persone emerge dietro l'etichetta del rifugiato. Il regista, per raccontare questa storia, usa la macchina da presa soprattutto per fare delle grandi e spettacolari panoramiche. Le immagini sono bellissime, colpiscono il cuore dello spettatore. Le troupe che hanno lavorato alle riprese sono state una ventina e numerose riprese vengono dal drone e dalla steadycam. Il budget di questo lavoro si progressivamente gonfiato fino a diventare “incredibile” per stessa ammissione del regista.
Il film, ambientato nei principali Paesi sconvolti dalle grandi migrazioni tra cui Afghanistan, Bangladesh, Ungheria, Iraq, Israele, Giordania, Kenya, Grecia, Macedonia, Malesia, Messico, Pakistan, Palestina, Serbia, Siria, Turchia e naturalmente l'Europa e in oltre 40 campi di raccolta e tendopoli, ha impegnato il regista e coproduttore per quasi due anni. La quantità dei luoghi visitati consegna l'idea delle dimensioni del fenomeno.
Ai Weiwei è andato in mezzo ai migranti, ha filmato le loro condizioni di vita, ascoltato le loro voci, si è messo dietro la macchina da presa per cercare di smuovere le coscienze. Ha cercato anche di mostrare come le migrazioni siano parte della condizione naturale dello sviluppo umano. In questo processo, l'empatia e la tolleranza sono l'elemento più importante. Ci sono democrazie stabili e sicure in molte parti del mondo ed è naturale che chi vive in difficoltà cerca di spostarsi in luoghi migliori dove crescere i propri figli. Spesso l'immagine che ci viene consegnata è che con queste persone siamo più in pericolo. Il regista ci mostra queste persone per come sono: gente piena di umanità. In gioco è la dignità dell'essere umano, da difendere ovunque.
Informazioni su
http://www.dipubblicautilita.it/